“Facciamo un pacco alla camorra”. Si chiama così l’iniziativa che per il secondo anno consecutivo parte da Casal di Principe e ha come obiettivo la vendita di un cesto natalizio con dentro tutti i prodotti coltivati nelle “Terre di don Peppe Diana”, quelle confiscate ai clan.
Il progetto, promosso dal “Comitato don Peppe Diana”, vede la partecipazione di cooperative sociali e associazioni di volontariato e come scopo ha quello di affermare un nuovo modello di economia sociale. Nel pacco ci saranno ortaggi sott’olio (melanzane, peperoni, ecc.) coltivati col metodo dell’agricoltura biologica sulle terre tolte ai camorristi, insieme al miele, la cioccolata e altri prodotti realizzati grazie al lavoro di tantissime persone svantaggiate impiegate nei campi e nei laboratori. Il tutto sarà contenuto all’interno di una borsa da shopping “made in Castel Volturno”, prodotta dai soci, quasi tutti immigrati africani, della cooperativa sociale “Altri orizzonti by J. E. Masslo” che opera sul litorale domizio.
Tra i sostenitori dell’iniziativa anche l’associazione di medici volontari “Jerry Masslo” dedicata ad un immigrato ucciso a Villa Literno nell’agosto del 1989. “E’ l’antimafia dei fatti che qui si manifesta con queste iniziative – dice il presidente dell’associazione Renato Natale, che è stato anche sindaco di Casal di Principe – acquistare il pacco alla camorra, o promuoverne la vendita è il modo migliore per contribuire allo sviluppo di una economia alternativa a quella camorristica. Un modo serio di costruire valori per una nuova comunità, che aiuta a trasformare questi territori da terra dei boss, alle terre di don Diana. Per anni la camorra ci ha fatto “il pacco” è arrivato il momento di ricambiare.”
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